Fu in quel momento che si ricordò .
Si stava con le amiche , nella complicità adolescenziale che sollecita la trasgressione
. Si trattava di andare, solo a vedere ,le si diceva,poi
sarebbero state libere di
scegliere.
Gli uomini, perché di incontri con uomini si trattava, avrebbero atteso
e accettato le loro decisioni.
La stanza era grande e bianca,
senza finestre ; dalla porta aperta, il sole di un pomeriggio astratto e
lontano. Solo alcune sedie sul candore dei muri e un gigantesco tavolo di marmo
che troneggiava al centro.
Le giovani donne si sedettero
intorno . Gli sguardi complici non si incontravano più ora, tendevano,
piuttosto, ad evitarsi, ognuna giocava da sola la propria partita. E bisognava
vincerla. Capì, allora , di essere sola,
che non c’era scelta possibile e solo il
non essere scelte, era la
salvezza.
Quel corpo ,morbido e liscio,le diventò
improvvisamente ingombrante, avrebbe voluto piaghe purulente e maleodoranti ,
nascondersi dentro un corpo usato, consumato e già dimenticato. Tuttavia ,
ancora dubitava che fosse solo un gioco, la simulazione di una particolare roulette
, solo per qualche brivido freddo.
Intorno, gli uomini guardavano silenziosi,
qualche piccolo cenno degli occhi e del
capo lasciava intuire il consenso di un piano già predisposto e condiviso,
senza varianti possibili. Non uno sguardo , tra le giovani donne. Solo quando l’uomo uscì lei si accorse
dell’altra porta, che pure era sempre rimasta aperta. Era l’accesso alla stanza.
L’uomo era piccolo , neppure tarchiato, uomo qualunque, le vesti
dimesse del lavoro quotidiano, solo più ripulite. Sa ciccìa, il
copricapo giornaliero, lasciava in ombra la parte alta del volto, neanche
l’altra si vedeva, misteriosamente troppo illuminata , da chissà quale luce.
Un solo sguardo, lento e sicuro:
nella sua direzione, era lei la destinata .
La risposta delle amiche fu un
sospiro di liberazione , impercettibile , se non per un lieve movimento del torace.
Gli uomini si avvicinarono , ma
piano , senza fretta alcuna.
E ci provò ad urlare, divincolarsi
dalle mani , dire no, che non voleva,
lei non aveva scelto …mai, mai nessuna scelta! L’urlo le squarciò il torace, ma
senza voce, un tonfo vuoto di suono che le rimbalzava dentro come un tamburo impazzito.
Ma come, come poteva contrastare
quel potere, con quelle mani disarmate.
Fu dentro. Neppure il tempo di
vedere altro oltre i muri impiastrati di
feci , sperma e schizzi di sangue ancora accesi che stridevano con l’asettico biancore delle
piastrelle . Una goccia rossa ancora
tiepida , prigioniera di una fenditura bianca, disegnava una sottile scia , lì si fermarono i suoi occhi.
Poi l’ alto tavolo di marmo , gli
affilati coltelli da macelleria, il suo corpo di candido agnello.
Fu squarciata, smembrata, esplorata
in ogni orifizio.
Sulla terra vergine e fertile, le lame tracciarono profondi solchi.
Gli ultimi chicchi rossi
rotolarono sotto il tavolo, alcuni , schiacciati sotto gli scarponi, rimasero
spiaccicati sul pavimento , lasciando
macchie rosate e trasparenti .
Quando tutto fu finito, una pelle
dell’agnello inerme fu buttata fuori
dalla porta.
Percorse barcollando la stanza ora
vuota, con le spalle alle pareti. Le sue
mani attraversarono il corpo,
esplorarono i seni candidi, il ventre ,
il morbido solco delle natiche , infilò
le dita dentro gli squarci profondi , stupita che non si macchiassero di sangue.
Le ferite ,ancora aperte, erano esangui.
Quello fu l’ultimo ricordo di suo
padre.
Questo scritto è inquietante, ma secondo me è un capolavoro! Fino alla fine non sai se hai capito bene o se sei completamente fuori pista, ma anche alla fine, quando credi davvero di aver colto....te ne vai comunque con un dubbio.
RispondiEliminaFrà, complimenti, sei stata bravissima!!
Un caro abbraccio
Grazie Fatima, era un sogno che mi ha inquietato molto . Da quando l ' ho rielaborato per scriverlo , ha smesso di tormentarmi .
RispondiEliminaUn abbraccio caro a te :)
Ci sono degli evidenti elementi di sardità. Credo che la cosa faccia piacere all'autrice. Mi piace l'idea di liberarsi dei propri incubi narrandoli
RispondiEliminaElementi di sardità , mi piacerebbe sapere quali . Mi fa decisamente piacere comunque , Anto . Grazie :)
RispondiEliminaBella l'immagine della pelle d'agnello buttata fuori
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